Pino domestico, Pino da pinoli (Pinus pinea)- 4. Via Acilio Glabrione

vistosi perso, si arrampicò su per il fusto di un altissimo pino e si pose a sedere in vetta ai rami.

(Collodi, Pinocchio)

 

I Pini a Roma hanno grandi problemi. La loro presenza, invece di essere considerata, come è, una ricchezza, sembra diventata un fastidio. Tra l’altro, in città, è, purtroppo, presente la Toumeyella parvicornis, (Cocciniglia tartaruga del pino), segnalata per la prima volta, nel 2014, in diversi comuni della Campania. La presenza di questo insetto alieno, fu ritenuta fin dall’inizio come una possibile grave minaccia per le specie di pini presenti nel nostro Paese. Purtroppo non si è intervenuti in modo radicale e, in poco più di 9 anni, questo insetto sta letteralmente minacciando l’esistenza stessa del pino nella nostra città.

 

Identificazione sistematica.

Divisione: Gymnosperme.

Classe: Coniferopsida.

Ordine: Coniferales.

Famiglia: Pinacee. 

Origine e Diffusione. Originario delle regioni mediterranee orientali e occidentali dell’Europa meridionale e delle zone costiere dell’Asia Minore. Oggi è diffuso in quasi tutta l’Europa centro-meridionale. 

Dimensione e portamento. Ha un fusto eretto più o meno regolare con una chioma espansa ad ombrello, a volte irregolare, con palchi e ramificazioni laterali solo nelle parti medio-alte. Raggiunge altezze di 15-30 metri secondo gli ambienti. 

Tronco e corteccia. Il fusto è generalmente diritto con palchi laterali presenti solo nella parte alta dove la chioma diventa espansa e globosa formando un tipico cappello. La scorza, di colore brunastro- rossiccio con sfumature grigiastre, presenta profonde solcature ed incisioni longitudinali. 

Fogli, gemme e rametti. Panta e foglie persistenti, aghiformi; è un pino “bino” con aghi riuniti in gruppi di due e inseriti in modo abbastanza rado sui rametti. Gli aghi sono color verde scuro non sempre lineari (a volte leggermente contorti), rigidi ed appuntiti, lunghi 10-15 centimetri. 

Strutture riproduttive. Albero monoico, con strutture riproduttive (o infiorescenze) maschili formate da piccoli coni ovoidali e allungati color giallo-arancio, raggruppati in una lunga sorta di spiga in posizione terminale sui rami; liberano il polline a maggio-giugno. Le strutture riproduttive femminili sono costituite da macrosporofilli riuniti in uno strobilo di color verde chiaro, lungo 1-2 centimetri, che evolve in una tipica pigna globosa e larga con apice arrotondato, lunga 12-15 centimetri con diametro fino a 10-12 centimetri (parametro distintivo dal Pino marittimo). Le pigne, solitarie o a coppie, maturano e si aprono liberando i semi (pinoli) dopo 3-4 anni solari. I semi (pinoli) sono chiusi in un guscio legnoso grigio-scuro e non hanno espansioni alari. I coni sono di color marrone chiaro e lucidi, con squame leggermente convesse verso l’esterno. 

Note caratteristiche. Il Pino domestico è, insieme al Pino marittimo, una specie litoranea e tipica delle zone costiere (mediterranee); in ogni caso ha avuto una diffusione in altri ambienti, anche continentali, dove è coltivato per il suo seme (pinolo) edule e ricercato, e per il suo legname che comunque non è molto pregiato. Viene utilizzato inoltre per rimboschimenti nelle zone litoranee (pinete) dove può essere piantumato fino a 800.1.000 metri. Non è da trascurare infine l’uso paesaggistico-ornamentale di questa pianta negli areali mediterranei. È un albero rustico ed eliofilo che si adatta a substrati poveri, anche non eccessivamente umidi, non sopporta i climi rigidi e le gelate, è sensibile agli inquinamenti atmosferici degli ambienti urbani a cui reagisce arrossando e necrotizzando le parti terminali degli aghi.


Pino domestico a via Acilio Glabrione