31. Via del Campo Barbarico. Stramonio comune. (Datura stramonium). (SOLANACEE)

Il meraviglioso fiore dello Stramonio

“Quando arrivai davanti al signor Lupo vidi che teneva tra le dita una piantina, con le foglie appuntite e i fiorellini bianchi. - Vedi- disse – questo è lo stramonio. Cresce vicino ai ruderi e ai rifiuti perché è la pianta dell’abbandono. Può essere un buon medicinale, ma anche un tremendo veleno. Sembra innocuo e gentile, ma quello che ha dentro può scatenare una burrasca - Poi si levò dritto in piedi e – Matto di uno Stramonio – mi disse – ecco il tuo nome da uomo”.
(Ugo Riccarelli, Stramonio)

Questa pianta dai grandi fiori bianchi a campana, ormai naturalizzata nel nostro Paese e relativamente facile da incontrare, è circondata da un’aura di mistero. Non a caso, altri suoi nomi comuni sono Erba delle Streghe o Erba del Diavolo.

La sua fama è dovuta al fatto che in tutte le sue parti (soprattutto i semi) è presente un'elevata concentrazione di potenti alcaloidi, in particolare la scopolamina, il ché le conferisce proprietà narcotiche, sedative ed allucinogene, utilizzate sia a scopo terapeutico sia nei rituali magico-spirituali dagli sciamani di molte tribù indiane. Va sottolineato che l’uso della D.stramonium per questo tipo di finalità è estremamente pericoloso in quanto la dose attiva di alcaloidi allucinogeni è molto vicina alla dose tossica.

Nell’antichità lo stramonio è stato considerato responsabile dell'intossicazione delle truppe di Marco Antonio al ritorno dalla disastrosa campagna romana contro i Parti del 38 A.C. ed identificato come costituente delle pozioni che Cleopatra avrebbe usato per ammaliare Giulio Cesare, ma oggi sembra ormai appurato che lo stramonio sia di origine nord-americana, e che quindi tutta la letteratura antica su questa pianta vada riferita alla belladonna, con cui lo stramonio ha in comune la presenza degli alcaloidi.

Epoca di fioritura: giugno-luglio

Dove trovarla. E' possibile rintracciare un magnifico esemplare di questa pianta a Tor Fiscale, in un'area di via del Campo Barbarico, di fronte ad un Sepolcro del II secolo.