24. Salita del Quadraro. Celidonia. Chelidonium majus (PAPAVERACEE)
"Questa verde serata ancora nuova
e la luna che
sfiora calma il giorno
oltre la luce
aperto con le rondini
daranno pace e
fiume alla campagna
ed agli esuli
morti un altro amore;
ci rimpiange
monotono quel grido
brullo che
spinge già l'inverno, è solo
l'uomo che
porta la città lontano.
e nei treni che
spuntano, e nell'ora
fonda che
annotta, sperano le donne
ai freddi
affissi d' un teatro, cuore
logoro nome che
patimmo un giorno."
(A.Gatto; Canto alle rondini)
Le origini del nome di questa pianta, che con i suoi fiori gialli e le lunghe silique, sembra appartenere più alla famiglia delle Crocifere che a quella delle Papaveracee, furono spiegate già nel I secolo a.C. da Peladio Dioscoride. Il famoso medico greco che viaggiò molto, al seguito delle truppe romane, ne precisò la derivazione dalla parola greca che sta per “rondine”, forse in riferimento al ad una convinzione popolare secondo la quale le rondini usino la sua linfa per restituire la vista ai loro piccoli divenuti ciechi.
Epoca di fioritura: da aprile a settembre
Dove trovarla: Camminando sulla Tuscolana, a 100 metri dal grande arco che permette di sorpassare le arcate dell'acquedotto Felice, su un piccolo appezzamento sotto al quale si vedono le case di vicolo dell'Acqua Felice e la ferrovia, c'è un bell'esemplare di questa pianta riconoscibile per la tipica forma a stella a quattro punte, dei suoi fiori gialli.