Arnaldo Finocchiaro


Via di Quarto miglio è oggi una via di un quartiere tranquillo che, per chi è diretto verso il GRA, sorge sulla destra dell’Appia Nuova. Niente ricorda che qui, il 18 marzo di 77 anni fa, un giovane, in tuta di lavoro, fu visto armeggiare intorno ad un palo delle linee telefoniche. Il giovane fingeva di lavorare, ma in realtà stava cercando di portare a termine un sabotaggio di quelle linee, che collegavano Roma con la zona di Anzio (dove il 22 gennaio erano sbarcati gli alleati). Quel giovane era Arnaldo Finocchiaro, un ventitreenne nato a Torino il 26 luglio 1921. Di professione elettricista, era stato un militare come tanti, fino all’8 settembre 1943, con qualifica di guastatore volontario. Dopo l’Armistizio era entrato nella Resistenza, iscrivendosi al Partito Comunista Italiano.

Il giovane fu arrestato e condotto al comando di polizia tedesca di via Tasso e poi a Regina Coeli, braccio tedesco, cella 248, in attesa di giudizio e a disposizione del Feldgericht (il tribunale militare tedesco). Sei giorni dopo, nel pomeriggio del 24 marzo 1944, verso le due, fu prelevato dalla cella, gli vennero legati i polsi dietro le spalle e caricato su un camion con un cassone coperto dalla tela. Forse sperava di essere destinato ai campi di lavoro. Invece, insieme ad altri 334 uomini, fu condotto in quelle Cave Ardeatine che allora sorgevano in piena periferia della città, tra le catacombe di santa Domitilla e quelle di san Callisto. Qui fu fatto scendere dal veicolo, probabilmente tra i primi (la sua salma, la numero 335, fu esumata tra le ultime) e una volta entrato con altri quattro all’interno delle spelonche, fu fatto inginocchiare sulla terra. Un militare delle SS gli si avvicinò e gli sparò, con il mitragliatore, un colpo nel cervelletto.

In suo ricordo, fu posta, a cura della sezione del PCI, ospitata fino agli anni Sessanta nella bella palazzina rossa e bianca di via Lanuvio, una piccola via che mette in comunicazione via Allumiere con via Arco di Travertino, a pochi metri dall’ingresso del Parco delle Tombe della via Latina, una lapide ancora oggi esistente. La lapide è posta sul muro della costruzione, all’interno di un piccolo giardino, separato dalla strada da una recinzione in metallo.

Ogni anno, nella ricorrenza della strage il Comune rinnova la ghirlanda posta a ricordo del giovane caduto alle Fosse Ardeatine. Anche noi vogliamo ricordare Arnaldo Finocchiaro, rendendo omaggio alla sua memoria prima, di combattente partigiano e poi, di vittima della ferocia nazista e cercando di spiegare cosa significa quella lapide presente nel nostro quartiere.