Susino (Prunus domestica)
"Nel cortile c'è un susino
quanto è piccolo non crederesti
gli han messo intorno una grata
perché la gente non lo pesti
se potesse crescerebbe
diventar grande gli piacerebbe
ma non servono le parole
quel che gli manca è il sole"
(B.Brecht, Poesie e canzoni)
Il susino ha tutte le caratteristiche per essere scelto come albero simbolo del nostro percorso. La sua versione selvatica (Prunus spinosa) cresce, con la sua fioritura di color bianco splendente, ai margini dei campi e dei boschi. Luoghi dove le erbe aromatiche e i fiori selvatici attirano le api, indispensabili all'impollinazione. I cui alberi e arbusti offrono rifugi per la caccia e la nidificazione agli uccelli che controllano il numero degli insetti e disperdono i semi che hanno mangiato. Nascondigli ai piccoli mammiferi selvatici. Argini che frenano le piene dei fiumi. Muretti che delimitano i campi, seguendo spesso le pendici dei rilievi e contenendo erosione e frane. Questo sono i margini in natura.
E poi il fatto che le varietà attualmente coltivate sono il frutto di una gigantesca opera di selezione che ha riguardato il susino domestico (Prunus domestica) e quello proveniente dalla Siria (Prunus Instititia) i cui frutti erano utilizzati già dagli abitanti neolitici dell'Europa, ma con l'utilizzo anche dei geni di quello originario dell'Asia (susino cino-giapponese) e poi dell'America.
Suggerimento bibliografico: Dave Eggers, Erano solo ragazzi in cammino: autobiografia di Valentino Achak Deng. Biblioteca Raffaello (via Tuscolana 1111).