Ciliegio (Prunus avium)

 

Una volta … le ciliegie le seccavano, le mettevano

sotto spirito, le marinavano, facevano la marmellata, e ai miei

tempi … le ciliegie secche le spedivano coi carri a Mosca e a

E a Charkov. Erano quattrini! E allora la ciliegia secca era

morbida, succosa, tenera, profumata … Il giardino è tutto

Bianco. Te lo ricordi Liuba? … e splende, nelle notti di luna…

Te lo ricordi? Non l’hai dimenticato?

(Anton Checov; Il giardino dei ciliegi)


Importato fin dal 74 a.c. dai legionari romani di ritorno da una delle tante battaglie in terre lontane, dalla città di Gerasun sul Mar Nero (da qui viene il termine cerasa, che in molti dialetti, indica il frutto), a motivo della bontà del suo frutto e della qualità del suo legno, impiegato in falegnameria con ottimi risultati, questa pianta si è diffusa dalle coste meridionali della Gran Bretagna fino alle montagne dell’Africa settentrionale.

Ancora oggi, in Europa centrale, con i suoi frutti dal ridotto contenuto in acqua e quindi nutrienti, ricchi di sapore e conservabili, amati, oltre che dagli uomini, anche dagli uccelli, si prepara una zuppa molto popolare.  


Suggerimento bibliografico: Anton Checov, Il giardino dei ciliegi. Biblioteca Nelson Mandela (via La Spezia 21)

Ciliegio a via dell'Acquedotto Felice