Albicocco (Prunus armeniaca) – 3. Vicolo dell’Acquedotto Felice

“Vai laggiù a legare quelle albicocche che pendono:

come figli ribelli piegano il padre

sotto il peso della loro prodigalità.

Metti un sostegno ai rami che si curvano.

Vai, e come un carnefice

taglia la testa ai rami che crescono troppo in fretta

e appaiono alteri nel nostro Stato

Tutti devono essere uguali nel nostro governo”

(W.Shakespeare, Riccardo III)

 

Nella letteratura latina l'albicocco è conosciuto come malum praecox in virtù del fatto che la sua fioritura e la maturazione dei frutti avvengono tra la primavera e l'inizio dell'estate. Al barquq, il termine con il quale gli arabi hanno tradotto quello latino, è passato alle lingue moderne. In vicolo dell'Acquedotto Felice, c’è un bell’esemplare di quest’albero.

 

Identificazione sistematica.

Divisione: Angiosperme.

Classe: Dicotyledones.

Ordine: Rosales.

Famiglia: Rosacee
Origine e Diffusione. L’Albicocco è originario della Cina (secondo alcuni autori delle regioni armene dell’Iran); si è naturalizzato moltissimi secoli fa nelle regioni mediterranee, da dove si è diffuso in tutta Europa per il frutto. In Italia è coltivato fino a 1.000 metri di altitudine.

Dimensione e portamento. Pianta a portamento arboreo con chioma ramosa, espansa e più o meno regolare secondo il tipo di allevamento. Raggiunge altezze di 6-8 metri.

Tronco e corteccia. Il fusto è eretto, ramificato nella parte medio-alta. La scorza è brunastra con sfumature rossicce nei giovani fusti e nei rami. Negli organi legnosi più vecchi diventa bruno-grigiastra, molto rugosa e solcata.

Fogli, gemme e rametti. Pianta a foglia caduca, di tipo semplice, con lamina tondeggiante o cuoriforme, l’apice è pronunciato ed appuntito, e il margine seghettato. Le foglie sono di colore verde chiaro, glabre, con un picciolo lungo 3-5 centimetri; sono inoltre lunghe 8-10 centimetri ed inserite in modo alterno. I giovani rami sono bruno-rossastri, lucidi, con lenticelle chiare ed evidenti.

Strutture riproduttive. Albero a fiori ermafroditi di colore bianco o rosa con parte basale ed esterna di color rossastro (calice). Hanno un diametro di circa 3 centimetri, sono inseriti, singolarmente o a coppie, sul ramo attraverso un corto peduncolo o in modo quasi sessile. La fioritura avviene a marzo-aprile (secondo gli ambienti e le varietà) e generalmente si concentra nella parte terminale dei rami sviluppatesi nell’anno precedente (rami dell’anno), ancor prima dell’apertura delle gemme a legno. Il frutto è rappresentato da una drupa ovoidale e o tondeggiante con diametro di 4-6 centimetri; a maturità è di color giallo-arancio (in certi casi con sfumature rossastre), con epicarpo leggermente pubescente.

Note caratteristiche. L’Albicocco è una pianta un po’ più legata del Susino ai climi temperati-caldi, in ogni caso è diffusa praticamente in tutte le regioni italiane come pianta da frutto. Può essere danneggiata da gelate tardive (fioritura) o da climi molto freddi e piovosi durante la fioritura, con la conseguente scarsa allegagione finale. Si adatta a substrati argillosi purché drenanti e profondi.


Albicocco vicolo Acquedotto Felice