28. Catacombe di San Callisto. Acanto. Acanthus mollis. (ACANTHACEE)

“La prima invenzione di quel capitello ha questa tradizione. Una fanciulla corinzia, già da marito, morì di malattia. Dopo la sepoltura, la sua nutrice raccolse e ordinò in un cestello rotondo tutti quei vasetti e coppe onde la fanciulla si era dilettata in vita, e lo collocò in cima al monumento, coprendoli con una tegola quadrata onde durassero di più così all’aperto. Sotto il cestello si trovava a caso una radice di acanto, la quale, premuta dal cestello, a primavera gittò foglie e caulicoli (1), e questi, crescendo attorno al cestello e trovandosi spinti in fuori dagli angoli della tegola, furon costretti dal peso a flettersi nelle estremità delle volute.

Allora Kallimachos, che per l’eleganza e rifinitezza delle sue statue fu chiamato dagli ateniesi κατατηξίτεχνος (2), passando a lato di quel monumento, notò il cestello e le tenere foglie che gli crescevano attorno, e colpito dall’aspetto di leggiadra novità dell’insieme, costruì a Corinto capitelli su quel tipo, e ne fissò le misure proporzionali, e quindi stabilì il complesso delle proporzioni degli edifici di ordine corinzio".

(Vitruvio, Architettura)

(1) Caulicoli: germogli riuniti in steli, che sbocciano dalle foglie già formate.

(2) Traslitterato in caratteri latini: katatexíteknos, ossia “colui che liquefà l’arte nelle minuzie”.

L'Acanto è una pianta, dalle grandi foglie verde intenso, che terminano con delle spine e che produce fiori molto belli e particolari, bianchi e viola. Il fatto che dopo aver fiorito, le sue foglie si secchino e la pianta sembri sparire, per poi tornare a crescere rigogliosa, l'ha, probabilmente, trasformata in un simbolo di resurrezione per i cristiani.

Epoca di fioritura: da maggio ad agosto. 

Dove trovarla: Catacombe di San Callisto. Usciamo di poco dai confini della Porta degli Acquedotti. Percorriamo prima via dell'Almone, poi un tratto di via Appia Pignatelli (siamo lungo il confine del Parco della Caffarella) e infine raggiungiamo via delle Sette Chiese. Di fronte alla chiesa del Quo Vadis (all'interno c'è una targa in ricordo dello scrittore polacco Henryk Sienkiewicz, autore del romanzo storico pubblicato dapprima a puntate nel 1894 sulla Gazzetta Polacca e quindi raccolto in un unico volume nel 1986, che gli fece vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1905), c'è l'ingresso delle Catacombe. Passeggiare per il viale che taglia l’area, estranea al caos della città, è un vero piacere spirituale. 

Sui margini esterni delle mura, verso la Tomba di Cecilia Metella, crescono abbondanti fino a coprire interamente i terrapieni a lato della strada, con le loro grandi foglie verdi, le piante di Acanto, ad aggiungere a quello spirituale, un richiamo artistico. Le foglie di questa pianta hanno, infatti, come ci ricorda Vitruvio, ispirato la definizione dell’ordine corinzio dei capitelli. A memoria della leggenda, l’Acanto, divenne simbolo di verginità e di trasformazione. Nell’architettura cristiana, le foglie di acanto, con le loro spine, passarono poi a simboleggiare la promessa della resurrezione.