17. Via Arco di Travertino: Uva turca. Fhytolacca americana (PHYTOLACCACEAE)

“Tra questa marmaglia di piante ce n'era alcune di più rilevate e vistose, non però migliori, almeno la più parte: l'uva turca, più alta di tutte, co' suoi rami allargati, rosseggianti, co' suoi pomposi foglioni verdecupi, alcuni già orlati di porpora, co' suoi grappoli ripiegati, guarniti di bacche paonazze al basso, più su di porporine, poi di verdi, e in cima di fiorellini biancastri.”

(Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi)


La fitolacca è di origine nordamericana. Introdotta in Europa all'inizio del Seicento come pianta ornamentale, è sfuggita rapidamente alla coltivazione, diffondendosi allo stato spontaneo. Il Manzoni, molto attento ai dettagli filologici e botanici, ha quindi ragione quando la cita come lussureggiante nella vigna abbandonata di Renzo. La rapidità di diffusione è dovuta alle modalità di dispersione dei suoi semi. Gli uccelli, attratti dal bel colore porporino dei frutti, di cui sono ghiotti, li trangugiano, senza masticarli. Per questo, le tossine, che vengono liberate solo dalla rottura meccanica dei semi, i quali attraversano intatti il canale alimentare dei volatili e vengono espulsi con le feci, non hanno effetto.

La fitolacca può essere una ghiottoneria culinaria per il raccoglitore accorto o un veleno potente per chi non la conosce. In America i giovani germogli della pianta sono una delizia gastronomica, immortalata in una canzone, resa famosa da Elvis Presley e incisa anche da Tom Jones (poke è il termine che gli indiani Cherokees usavano per indicare il colore della pianta). Lasciando il consumo agli esperti, segnaliamo che tutta la pianta contiene un cocktail di composti dannosi per la salute.

Epoca di fioritura: da luglio a settembre

Dove trovarla: Superato di un centinaio di metri l'ingresso del Parco delle Tombe della via Latina (a proposito: entrate a visitarlo, custodisce alcune tombe romane del II secolo d.C. e un tratto perfettamente conservato della via Latina), sulla destra, c'è una spalletta colonizzata dalle erbe spontanee. Tra queste è facile notare, per il suo acceso colore violaceo, una bella pianta di Fitolacca.