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Il Parco delle Tombe della via Latina

A pochi metri dall’incrocio con l’Appia Nuova, su via dell’Arco di Travertino, c’è il Parco delle Tombe della via Latina: un vero gioiello monumentale che ospita:

  • Un tratto di basolato originario della via Latina
La strada ha origini remote: la rotta naturale, già seguita in età preistorica, venne utilizzata dagli Etruschi per colonizzare la Campania nel VIII-VI secolo a.C. Tracciata definitivamente dai Romani intorno al IV-III secolo a.C., congiunse Roma e Capua attraversando i monti Lepini, Ausoni, Aurunci e le valli dei fiumi Sacco e Liri, mantenendo la sua importanza per tutta l’antichità. Anche in età medievale, infatti, fu preferita come viabilità per Napoli, per la migliore conservazione rispetto all’Appia e la presenza di una serie di edifici di culto cristiani lungo il tracciato.

Entrando nel Parco archeologico delle Tombe della via Latina è oggi possibile percorrere un tratto del selciato originale della strada.

Con una gradevole passeggiata a piedi si possono ammirare le ricche tombe risalenti al I-II secolo d.C. che si affacciavano sul percorso, che presentano ancora perfettamente conservate le decorazioni policrome sulle facciate e all’interno: volte rivestite d’intonaco dipinto e stucco, pareti affrescate con scene di carattere funerario e ricchi pavimenti in mosaico si conservano ancora sostanzialmente intatti nel loro contesto originario. Tra queste:

  • Il sepolcro Barberini o dei Corneli

Il monumento funerario, databile al II secolo d.C., è costituito da due piani sopraterra e da uno ipogeo, in eccellente stato di conservazione. Il piano superiore è coperto da una volta a crociera interamente rivestita di intonaco affrescato a sfondo rosso ed elementi in stucco. Si riconoscono gruppi di personaggi, vittorie alate su bighe, amorini, uccelli, animali marini, soggetti mitologici e sfondi architettonici.

  • Il sepolcro dei Valeri

Se ne conservano gli ambienti ipogei riccamente decorati, databili alla metà del II secolo d.C., mentre l’elevato è una ricostruzione ipotetica realizzata nella metà dell’Ottocento. Un elaborato rivestimento in stucco bianco, articolato in 35 medaglioni e riquadri, orna le lunette e la volta a botte dell’ambiente sotterraneo. Soggetti dionisiaci, figure femminili e animali marini sono rappresentate nei medaglioni, mentre nel tondo centrale si trova una delicata figura velata a dorso di un grifone, che rappresenta la defunta portata nell’aldilà.

  • Il sepolcro dei Pancrazi

Gran parte della struttura visibile è una costruzione moderna che protegge il monumento sottostante impostandosi sui muri originali del I-II secolo d.C. che si conservano per circa un metro di altezza. Entrando nel sepolcro si possono ammirare gli ambienti sotterranei splendidamente decorati con mosaici sui pavimenti e volte e pareti affrescate con colori brillanti e stucchi in eccellente stato di conservazione. Vi sono raffigurate scene mitologiche, paesaggi naturali e architettonici, immagini femminili e animali. Al centro di una delle camere ipogee campeggia un grande sarcofago per due deposizioni in marmo greco.

  • La Villa di Demetriade e la Basilica di S.Stefano

Grande villa suburbana appartenuta dal II al IV secolo d.C. alla gens Anicia. Nel V secolo d.C. la villa fu trasformata nella basilica di S.Stefano Protomartire, da papa Leone Magno (440-461 d.C.) su desiderio di Demetrias, figlia del console Flavius Anicius Hermogenianus Olybrius, che prese il velo nel 413. 

In occasione della consacrazione della vergine romana, la madre Giuliana commissionò a tre note figure religiose del suo tempo, Agostino, Girolamo e Pelagio, uno scritto che incitasse la giovane vergine nel cammino intrapreso. L’epistola-trattatello inviata da Pelagio rappresenta “uno dei gioielli della letteratura cristiana”, e si presenta come una vera e propria istruzione morale, che tocca gli aspetti salienti della consacrazione verginale: il ruolo della Sacra Scrittura e della lectio divina, la virtù dell’umiltà, l’impegno ascetico, la testimonianza visibile di uno stile di vita “discontinuo” rispetto a quello del mondo. Nonostante la condanna di Pelagio in seguito alla controversia da lui generata sulla dottrina della grazia e del libero arbitrio (418), l’Epistula ad Demetriadem continuò ad essere letta anche nei secoli successivi per via della saggezza spirituale e della tensione ascetica di cui è pervasa.

Come arrivare

A Piedi e in autobus: Fermata Metro A Arco di Travertino. Capolinea autobus 85, 409, 657, 671, 765. Dalla fermata Arco di Travertino, prendere a sinistra, andare diritti per 300 metri, sulla sinistra troverete l'ingresso del Parco.  

In automobile: Il Parco è dotato di un piccolo parcheggio.

Quando

Il parco è liberamente accessibile ai visitatori dal martedì alla domenica con i seguenti orari:

Dal 1° gennaio al 15 gennaio dalle 9.00 alle 16.00, ultimo ingresso alle 15.30
Dal 16 gennaio al 15 febbraio dalle 9.00 alle 16.30, ultimo ingresso alle 16.00
Dal 16 febbraio al 15 marzo dalle 9.00 alle 17.00, ultimo ingresso alle 16.30
Dal 16 marzo al 15 aprile dalle 9.00 alle 18.30, ultimo ingresso alle 18.00
Dal 16 aprile al 30 settembre dalle 9.00 alle 19.00, ultimo ingresso alle 18.30
Dal 1° ottobre al 31 ottobre dalle 9.00 alle 18.00, ultimo ingresso alle 17.30
Dal 1° novembre al 31 dicembre dalle 9.00 alle 16.00, ultimo ingresso alle 15.30

Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio.

L'accesso alle Tombe avviene esclusivamente nel corso di visite guidate

Parco delle Tombe della via Latina